Quando penso alle banlieues parigine mi viene subito in mente Vincent Cassel nel film “L’ odio”che nella scena iniziale sussurra: Questa è la storia di un uomo che cade da un palazzo di 50 piani. Mano a mano che cadendo passa da un piano all'altro, il tizio per farsi coraggio si ripete: "Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene. Fino a qui, tutto bene." Il problema non è la caduta, ma l'atterraggio. Il film, ispirato a fatti realmente accaduti, è ambientato nella banlieue di Parigi, luogo noto per essere spesso teatro di scontri tra le etnie che vi risiedono. Della loro riqualificazione urbana si è fatto sempre un gran parlare fino a quando nel 2007 sono state inserite nel progetto “Grand Paris”, una consultazione nazionale sul futuro della metropoli parigina entro il 2030: 10 architetti ed urbanisti di fama sono stati invitati a proporre scenari futuri possibili, in vista della realizzazione di un imponente piano di riqualificazione sostenibile della città.
Le quattro linee guida che hanno caratterizzato le proposte sono:
Le cifre del piano di riqualificazione sono quelle di un grande intervento grazie alla garanzia di miglioramento in termini di qualità della vita e occupazione, con la previsione di 12.700 nuovi posti di lavoro; nel piano di riqualificazione è prevista la realizzazione di 3.500 nuove unità abitative ad alta efficienza con coperture costituite da giardini pensili, tetti verdi ed impianti di aspirazione per la spazzatura, composto da una serie di tubi sotterranei. Ovviamente è garantita anche l’autonomia energetica, grazie ad impianti geotermici e coperture fotovoltaiche, con l’ ambizioso ma concreto obiettivo delle emissioni zero. L’ aspetto più interessante del piano politico e progettuale è l’ imponente presenza di abitazioni acquistabili a condizioni vantaggiose; questo aspetto, che in Europa è prassi consolidata, in Italia ha sempre rivestito un ruolo marginale. La presenza di alloggi funzionali, performanti e accessibili anche a fasce di popolazione più in difficoltà (economica e sociale) permette di regolare il mercato delle vendite. Infatti la bolla edilizia italiana si è verificata anche perché negli ultimi 20 anni questo settore è stato consegnato ai privati; il massimo che si è riuscito ad ottenere nel settore pubblico è la cessione gratuita di aree che regolarmente venivano poi vendute agli stessi privati. L’ offerta pubblica di alloggi quindi è fondamentale per regolamentare l’ andamento dei prezzi di vendita e a Parigi questo aspetto è perno fondante del progetto. Nel nostro paese qualcosa si è cominciato a fare (vedi il Piano Città) e la regione Toscana, con Firenze capofila,sta facendo scuola sui processi di riqualificazione e di attività intellettuale a riguardo; la realtà però è che siamo ancora lontani dal conquistare una visione lungimirante del nostro territorio.
per approfondimenti:
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