“Chi ha ucciso le rinnovabili ?” si domanda Chicco Testa, presidente di AssoElettrica, nel pamphlet da poco pubblicato sul sito dell’Associazione. La domanda trova risposta dopo poche righe, il killer non ha le sembianze di un maggiordomo, ma piuttosto di un pannello di silicio, ingrassato da un ingente quantità di denaro somministrato sottoforma d’incentivi. Gli incentivi concessi annualmente al fotovoltaico sono stati 6,5 Miliardi, una cifra enorme soprattutto se confrontata, come fa notare l’autore, con l’equivalente del costo di 2 nuove linee della metropolitana da 50 km, di un treno veloce Napoli-Bari e di un’autostrada nuova da 1.200 km. La tesi è sostenuta dal fatto che l’incentivo concesso principalmente ad una tecnologia (anche le altre hanno beneficiato di incentivi, ma non così alti ed in grossa quantità), non ha creato alcun volano economico per il paese, ma piuttosto per paesi come la China e la Germania, che detengono il monopolio della produzione di moduli fotovoltaici. Le uniche ricadute sul nostro territorio sono state pochi posti di lavoro, scarsamente qualificati, ed una tariffa A3 della bolletta energetica che pesa 0,02 €/kWh, il 10% del costo dell’energia, contribuendo a rendere il costo dell’energia italiana tra le più care d’europa.
Chicco Testa non propone ne la Solar Tax ne un prelievo forzoso sui beneficiari degli incentivi, ma traccia un lungo J'accuse contro il sistema degli incentivi. Anche Luigi Zingales, nel suo libro “Manifesto Capitalista” lancia un monito sui sistemi economici sostenuti dagli incentivi, infatti scrive “tanto più è nobile l’obbiettivo per cui è concesso l’incentivo, tanto più sono devastanti gli interessi ”. Il fotovoltaico aveva ed ha un fine nobile, ma per una gestione miope degli incentivi, ha permesso l’arricchimento di pochi e l’indebolimento di molti, penso soprattutto alle imprese ed all’incidenza del costo dell’energia elettrica.
Per completare l’analisi fatta nel pamplet, penso sarebbe stato importante sapere chi si è arricchito ,leggittimamente s’intende, con i soldi dei consumatori italiani. Si sa da dove provengono i moduli, da dove gli inverter, ma non si sa, perché non è reso pubblico dal GSE, chi e da dove provengono, coloro i quali ne hanno beneficiato. Dato utile per capire se le ricadute dell’incentivo sono state in Italia o all’estero.
Penso sia leggittimo per un consumatore sapere quest’informazione, a maggior ragione in un periodo storico, in cui si brandisce la spada della trasparenza a tutti i costi. Pensiamo che nel decreto anti corruzione, da poco varato dal parlamento, tutto dovrà essere pubblicato online: conti, entrate, uscite e persino la situazione patrimoniale di chi ricopre incarichi politici o dirigenziali a livello statale, regionale e locale. La norma prevede perfino l'obbligo di rendere pubblici i redditi anche dei parenti dei politici entro il secondo grado. Quindi paradossalmente sapremo i redditi delle sorelle e fratelli dei politici italiani, ma non possiamo sapere dove sono finiti i 6,5 Miliardi di Euro all’anno, versati sottoforma d’incentivi pubblici.
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