Alla vigilia della conferenza mondiale contro i
cambiamenti climatici che si terrà a Parigi a partire dal 23 settembre, si sta
ritornando a parlare di riscaldamento climatico globale. Problema che per molti
anni è stato oscurato dalle incertezze di politica internazionale, medio-orientale
ed Ucraina su tutte e favorito dalla crisi economica. Dico favorito perché alcuni
paesi, tra cui l’Italia, hanno assunto posizioni di retroguardia contro le politiche contro il cambiamento climatico, perché
considerate onerose in una fase di decrescita economica. Si può discutere o
meglio si deve discutere sulla visione miope, verso un settore, quello dell’efficienza energetica e della
sostenibilità che questi governi considerano non come un opportunità ma una zavorra.
Detto ciò, il rinnovato interesse sulla conferenza
mondiale di Parigi si deve soprattutto grazie all’azione, molto mediatica e
capillare fatta dall’associazione 350.org .Associazione fondata da importanti
climatologi che fanno parte dell’IPCC, tra cui James Hansen e che prende il
nome dal suo obbiettivo: riportare la concentrazione di CO2 in atmosfera a 350
parti per milione, contro i 400 attuali, considerando che prima della rivoluzione industriale il livello era 280.
350 è considerato l’obbiettivo minimo se si vuole limitare al 25 per cento il
rischio di andare oltre i 2 °C di riscaldamento globale entro la fine del
secolo.
L’Associazione 350 si è mobilitata su due piani: con le star holywoodiane sui
giornali e con le masse nelle piazze, sempre con il fine di sensibilizzare
l’opinione pubblica affinchè prendano posizione verso i governi inducendoli a
prendere decisioni più coraggiose contro il riscaldamento climatico. Dopo la
firma del protocollo di Kyoto, la comunità politica internazionale non è più
riuscita a compiere ulteriori passi verso l’attuazione di vincoli più stringenti
per la diminuzione delle emissioni di gas serra, riducendo le conferenze
mondiali contro il cambiamento climatico a delle sterili promesse sul futuro
prossimo. Le conferenze di Copenaghen e Doha, sono stati gli esempi peggiori
del farò, consegnandole alla storia come dei fallimenti totali. E’ giusto quindi
esigere un nuovo passo e ben vengano, se questo può aiutare a far diventare la
Conferenza di Parigi la nuova Kyoto, le fotografie di Banki Munn che stringe la
mano a Brad Pitt o Di Caprio e vedere tante persone mobilitarsi nelle piazze
attraverso la Marcia Globale per il Clima (in Italia si è svolta a Roma).
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