La SEN (Strategia Energetica Nazionale), pubblicata a novembre, si pone come obiettivo di risparmiare 15 MLD di Euro/anno sulla bolletta attraverso il potenziamento dei gasdotti internazionali e l’aumento dell’efficienza energetica dell’intero sistema, unitamente a un accrescimento della produzione di energia dalle fonti energetiche rinnovabili. Entro il 2020, il 38% dei consumi di energia elettrica dovrà essere ottenuto da fonti rinnovabili, ora siamo al 24%. Considerando che l’idroelettrico non ha più grossi margini di sviluppo, buona parte dell’obiettivo oltre che dall’ eolico, dovrà essere ottenuto dal fotovoltaico.
Un obiettivo così ambizioso coincide però con la fine del Conto Energia; infatti il contatore dell’incentivo, fino ad ora erogato, segna 6,55 MLD di Euro/anno. Allo scattare dei 6,7 MLD, i generosi incentivi cesseranno di esistere, insieme al fotovoltaico come l’abbiamo conosciuto fino adesso.
Come farà il fotovoltaico, non solo a sopravvivere, ma a raggiungere gli obiettivi della SEN, senza diventare il panda delle fonti rinnovabili, accudito ed installato da una piccola schiera di fan della tecnologia? in questo post provo a tracciare i possibili scenari futuri.
La Prima Fase, sarà quella in cui non essendoci più gli incentivi ed essendo ancora lontani dalla Grid Parity, i prezzi d’installazione si abbasseranno fino a rendere conveniente gli impianti solo se in completo autoconsumo. Il fotovoltaico produce quando c’è il sole, l’utenza in molti casi, consuma quando il sole non c’è; si svilupperà quindi, ed in parte si sta già sviluppando, l’installazione di batterie per accumulare e rilasciare energia elettrica a seconda dei bisogni dell’utenza. Le utenze non saranno più dei punti di connessioni con la rete elettrica, ma delle isole autarchiche.
La Seconda Fase, sfrutterà l’inerzia della prima, che durerà il tempo di portare la tecnologia fotovoltaica a completa maturazione, cioè a competere con i sistemi di produzione di energia elettrica più tradizionali ed aggiungo anche più inquinanti, come il Gas ed il Carbone. Da isola autarchica si ritornerà alla connessione in rete, costituita da grossi poli di produzione di energia fotovoltaica.
Sono scenari ed ipotesi che potranno essere smentite o verificate nell’arco di pochi anni, è auspicabile che si avverino, non tanto per essere l’Otelma delle fonti rinnovabili, ma per rispettare gli obiettivi della SEN e far si che lo Stato risparmi denaro, oltre che sugli incentivi, sulle importazioni di energia dall’estero (gas, carbone, Olio combustibile, Energia elettrica, ecc…), abbassando le emissioni di CO2.
In conclusione dico che SI PUO' FARE, come urlava Gene Wilder in Frankestein Jr, anche senza incentivi a patto che i grossi poli solari che probabilmente nasceranno, non siano ecomostri nel paesaggio, come le fattorie solari viste fino ad ora in Puglia, ma che siano modelli che costruiscano nuovi paesaggi rispettando le emergenze dei territori.
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