Negli
ultimi post abbiamo parlato del nostro progetto di riqualificazione energetica
degli edifici pubblici di Busseto. Non vogliamo ulteriormente approfondire
l’argomento, tra l'altro è stato ripreso da importanti testate di settore, qualenergia e nextville su tutti, ma vogliamo prenderlo come spunto per
cercare di contestualizzarlo all’interno di altri progetti che hanno ottenuto
lo stesso risultato, compiendo però percorsi differenti.
Busseto
non è stato il primo comune in Italia a portare avanti il contratto di
rendimento energetico, ma ci sono stati altri comuni e territori che hanno costruito progetti analoghi, vedi Provincia
di Milano, Provincia di Terni e quella di Modena. La differenza tra Busseto e
questi tre territori sta però nel fatto che il tutto è stato gestito da un
singolo comune, con le proprie risorse senza dover ricorrere a risorse europee,
cosa che invece hanno fatto Modena, Terni e Milano, grazie al programma di
assistenza finanziaria ELENA. Le risorse
di Busseto sono state quella economica, marginale se rapportato all’entità del
progetto, ma soprattutto ha messo in campo quella politica, intesa come capacità
di interpretare una visione per soddisfare i bisogni del proprio comune.
Questa
sottolineatura non vuole essere un inno all’autarchia, evviva gli scambi, viva
l’Europa e viva i progetti europei, però penso che il risultato di Busseto abbia
smitizzato un po’ il loro ruolo.
Ho la sensazione, derivata anche da esperienze pregresse, che per gl’enti
locali possano essere in alcuni casi degli alibi a cui delegare idee e progettualità, in altri, più diffusa, un
miraggio a cui mirare solo in presenza di particolari coincidenze astrali , come
la presenza nel proprio territorio di soggetti coordinatori, come le Agenzie per l’energia.
Modena, Terni e Milano si dal fatto che siano tutti e tre territori con un Agenzia
per l’energia provinciale, dalla quale è partita la spinta e non ultima la
competenza per far nascere tutti e tre i progetti ELENA. Ma ipotizziamo che
questo non sia un ostacolo , comunque la costruzione di un progetto di questo
tipo richiede uno sforzo progettuale, di risorse umane e di tempi elevatissimo,
pensiamo solo che per costruire il progetto di Modena ci sono voluti quattro
anni, dall’adesione ai primi bandi affidati, ed ha significato confrontarsi ,anche
fisicamente , con diversi soggetti , commissione Europea, Banca Europea per gli Investimenti, ecc... Visto queste premesse siamo sicuri che sia
un percorso attuabile dai comuni italiani? La risposta è implicita nella
domanda, mentre il progetto di Busseto ha dimostrato che a parità di volontà
politica, tutte le amministrazioni possono costruire e poi attuare un contratto di rendimento
energetico.
Se vogliamo tracciare la morale : pensiamo
globali ed agiamo locali, cercando però di razionalizzare le poche forze che abbiamo e
sfruttarle al meglio, sfruttando l’Europa come risorsa e fonte
d’ispirazione, ma quando possiamo agiamo senza troppe deviazioni nel percorso
del fare.
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