L’ architetto brasiliano Oscar Niemeyer sintetizzava così il suo credo stilistico: “Non è l’angolo retto che mi attrae, né la linea diritta, dura, inflessibile, creata dall’uomo. Quello che mi affascina è la curva libera e sensuale: la curva che trovo sulle montagne del mio paese, nel corso sinuoso dei suoi fiumi, nelle onde dell’oceano, nelle nuvole del cielo e nel corpo della donna preferita». Nel 1934 si laurea ingegnere architetto e va a lavorare nello studio di Lucio Costa, futuro disegnatore del piano di Brasilia. “Non volevo, al contrario della maggior parte dei colleghi, adattarmi a questa architettura commerciale che vediamo dappertutto. Nonostante non avessi un soldo, ho preferito lavorare gratuitamente nello studio di Costa dove trovavo le risposte ai miei dubbi di giovane studente». E’ di quegli anni anche il contatto con Le Corbusier che ha influenzato molto il suo stile, basato sulle estreme possibilità del cemento armato.
Il periodo più importante nella carriera di Niemeyer arrivò nel 1956. In quell’anno Juscelino Kubitschek venne eletto presidente del Brasile e lo convocò per il progetto di una nuova capitale, Brasilia. Il concorso fu vinto dall’architetto Lucio Costa, il vecchio maestro di Niemeyer, che disegnò la pianta della città lasciando a Niemeyer gli edifici principali, tra cui la residenza del Presidente (Palácio da Alvorada), la casa dei deputati, il Congresso Nazionale, la Cattedrale di Brasilia, diversi ministeri e diversi edifici residenziali. Brasilia fu progettata, costruita e inaugurata in quattro anni. Dal 1967 e fino al 1985 è esule in Europa in seguito al Golpe in Brasile ed è del 1968 il suo edificio più famoso in Italia, la nuova sede Arnoldo Mondadori a Segrate. Nel 1996, riceve il Leone d'Oro della Biennale di Venezia e nel 2000 disegna il progetto dell'auditorium di Ravello, inaugurato nei primi mesi del 2010. Nel 2005, è stato inaugurato dalla Tim l'auditorium del Parco Ibirapuera, a San Paolo, un progetto del 1954 rimasto per anni chiuso nel cassetto. A lui si riconosce l’ impegno nel voler concretizzare, con la sua architettura, lo spazio abitativo come palcoscenico dove far incontrare, in un abbraccio, le società economicamente arretrate con il grande sogno della modernità.
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