Questo post non esce di lunedì perché non è un post ordinario.
E' infatti l'anticipazione di un lavoro di reportage che greenvolts ha condotto su quelli che ha definito "territori vaghi", reinterpretando il concetto di Gilles Clément di “terrain vague”. Clément definisce tali le aree in cui le amministrazioni o l’uomo non hanno intenzione di intervenire (spazi di risulta, margini infrastrutturali, aiuole abbandonate, etc). Nel nostro caso invece di terreni si parla di “territori”, data la scala urbana del fenomeno; sempre più spesso infatti è facile incontrare luoghi dal futuro incerto, ai limiti dei nostri centri abitati.
Questo reportage nasce da un problema concreto riscontrato sui nostri territori e dalla volontà di capirne di più per poter innescare un dibattito costruttivo sul tema, anche nell'ottica di costruire una casistica di possibili soluzioni. Tutto questo secondo la logica di divulgazione e di indagine che caratterizza il blog di greenvolts. Per poter investigare la situazione abbiamo scelto due zone significative da studiare. Tali aree sono state prese in esame come casi studio sui quali riversare e verificare le considerazioni fatte. Le modalità di analisi sono state quelle del reportage fotografico, scelto per la sua freschezza comunicativa oltre che per la capacità di enunciare in maniera chiara ed inequivocabile le condizioni del contesto preso in esame.
A questo post di apertura ne seguiranno tre, che usciranno i prossimi tre lunedì sul nostro blog. Ognuno di essi indagherà il problema da un punto di vista specifico: quello urbanistico, quello energetico e quello delle pratiche urbane. Ognuno di questi post cercherà soprattutto di mettere in evidenza, anche attraverso le fotografie che verranno pubblicate, le condizioni attuali di questi spazi indecisi. Lo spazio alle possibili soluzioni sarà limitato, cercando al massimo di dare indicazioni su come in situazioni analoghe si è intervenuti. Questo per ribadire la funzione di detonatore che il blog vuole avere. Il potenziale di questi spazi è infatti altissimo e va a nostro avviso interpretato e liberato al più presto per non rischiare che divenga ingestibile ed esplosivo. E questo crediamo possa essere fatto innanzitutto grazie ad un libero e propositivo dibattitto che possa creare le premesse per possibili modalità di intervento.
Le fotografie del reportage sono state scattate in data 17 febbraio 2013.I casi campione indagati sono porzioni di territorio facenti parte di piani di espansione residenziale di comuni di medie dimensioni della Lombardia, ma rappresentano una condizione attuale diffusa a macchia di leopardo in tutta Italia.
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