Questa settimana il
post lo volevo fare su una delle opere contemporanee che campeggiano sulle
riviste e sui siti di architettura. Siti e riviste che fanno da vetrina alle
ultime novità in termini di stili, tendenze e perchè no moda. Quella moda che,
veicolata attraverso i canali universali della promozione, diviene riferimento
universale e appiattisce l'architettura rendendola uguale a se stessa a tutte
le latitudini. Poi, un viaggio -purtroppo breve- verso "altre
latitudini" mi ha fatto riflettere su questioni più profonde. Oltre alla
forma, l'architettura ritengo sia di più. Ecco che allora oltre alle copertine
delle riviste, oltre agli highlights dei siti, ho deciso di approfondire un
argomento diverso, ovvero da dove provengono le forme, gli stili, e le
motivazioni ideologiche e teoriche che hanno dato luogo all'architettura
moderna prima e a quella contemporanea poi. (Il tutto cercando di non sforare
le battute limitate di un post -ah ah ah...lo so è impossibile, ma così è...).
Per fare questo ritengo
fondamentale parlare di Étienne-Louis Boullée. Boullée è architetto e prima di
ciò pittore. Insegnante e profondo teorico. E tutto ciò in un periodo a cavallo
della Rivoluzione Francese, in un Paese nel quale il fermento Illuminista è
all'apice.
Nel 1796 scrive Architecture. Essai sur l’Art , Architettura.
Saggio sull'Arte. La sua teoria si contrappone alla visione che a partire da
Vitruvio vede l'architettura come l'arte del costruire. Per B. il costruire è l'aspetto
tecnico scientifico secondario. "Vitruvio" che indica l'architettura
come l'art de bàtir, l'arte del
costruire dice, "prende l'effetto per la causa. La concezione dell'opera
ne precede l'esecuzione"[1].
Ecco che l'architettura si trasforma in Arte. E in quanto artista l'architetto
si fa interprete dello spirito del tempo e nell'architettura non riversa più
solamente norme, vincoli e regole matematiche e scientifiche ma in essa
cristallizza la sua visione del mondo e della società.
Coerentemente da quanto
affermato da B. nel suo trattato si può intuire come le sue opere costruite non
siano numerose. Importanza rilevante la rivestono infatti i disegni che ci ha
lasciato. I progetti. Architetture visionarie e anticipatorie. Per B.
l'architettura diviene questione astratta nella quale le forme pure e il gioco
della luce fanno parte dell'alfabeto base. L'analogia con Le Corbusier risulta
quindi spontanea. Tanto spontanea che anche Aldo Rossi nell'introduzione alla
traduzione dell'Essai sur l'Art [2]di B. individua chiaramente delle analogie nell'approccio all'architettura, al
progetto, dei due architetti. Eccoci arrivati nel Moderno.
Quali i discepoli di
questa linea nel contemporaneo?
Per approfondimenti:
approfondimento curato dall'Università di Firenze
http://www.cromohs.unifi.it/17_2012/brancasi_boullee.html
serie di progetti di B.
https://www.youtube.com/watch?v=NiOjfRDgbQY
biografia di B.
http://www.vitruvio.ch/arc/masters/boullee.php
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[1] Qu’est-ce que l’architecture ?
Là définirai-je avec Vitruve l’art de bâtir ? Non. Il y a dans cette
définition une erreur grossière. Vitruve prend l’effet pour la cause.
Il faut concevoir pour effectuer. Nos premiers pères n’ont bâti leurs cabanes
qu’après en avoir conçu l’image. C’est cette production de l’esprit, c’est
cette création qui constitue l’architecture, que nous pouvons, en conséquence,
définir l’art de produire et de porter à la perfection tout édifice quelconque.
L’art de bâtir n’est donc qu’un art secondaire, qu’il nous paraît convenable de
nommer la partie scientifique de l’architecture.
L’art proprement dit et la science, voilà ce que nous croyons devoir distinguer
dans l’architecture
[2] Etienne
Louis Boullée. Architettura. Saggio sull'arte, Marsilio Editore , a cura di
Aldo Rossi. Prima edizione italiana 1967.
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